venerdì 29 maggio 2015

Professione Genitore


Non esiste una scuola ...esiste la coscienza e la conoscenza che arriva dalla pratica e, talvolta, dagli errori che si possono commettere nell'essere Genitore.
Per chi condivide, come noi, la convinzione che si può sempre migliorare, pubblichiamo un articolo sulla difficile professione del Genitore.
Foto realizzata da Valentina Cuocolo
di AV Studio fotografi


Ringraziamo Patrizia Baldrighi, pedagogista a indirizzo analitico transazionale e direttrice del Centro Pedagogicol’Emile, per l’intervista rilasciata.

Cosa vuol dire essere genitore?
Genitore non si nasce ma si diventa …a volte per scelta a volte per caso e, comunque, si impara ad “essere genitore” quando il genitore incontra "se stesso”.

Quali sono i compiti di un genitore?
I compiti del genitore sono molti: proteggere, nutrire, coccolare ma soprattutto il genitore è chiamato ad educare.
Educare significa aiutare un individuo a crescere ed a sviluppare le sue potenzialità che gli permetteranno di diventare autonomo e indipendente.
Educare non è cosa facile: le "abilità pedagogiche" dell’educatore passano dal cervello ma quelle del genitore passano dal cuore.
Bettelheim, grande studioso, diceva che il genitore sbaglia per il troppo e incondizionato amore che nutre.

Quali consigli dare ai genitori?
Il genitore saggio sa che il suo compito educativo parte dall’esempio che trasmette attraverso un comportamento consapevole, e per riuscirci è necessario essere disponibili a mettersi in gioco guardandosi allo specchio.
Abituiamoci a fare il punto su ciò che proviamo, osservando i sentimenti contrastanti come: ansia, perplessità, indecisione, apprensione, paura e al tempo stesso gioia, allegria, appagamento e amore, parliamoci e parlatene, proviamo ad essere coraggiosi nell’incontrare noi stessi, onesti e sinceri. I genitori trasmettono esempio concreto, un modello esistenziale che rappresenterà una fondamentale base di partenza per la vita dei figli.

Perché e quando chiedere un aiuto esterno?
Se proprio non ce la fate, se risulta difficile emergere con obiettività da un dubbio su come reagire, come interpretare il comportamento dei vostri bambini, come e se è opportuno intervenire in una loro decisione, cosa dire, come rispondere, se temete di commettere errori, allora chiedete aiuto.
Ci sono figure professionali capaci di accompagnarvi nella ricerca della migliore decisione.

Parlaci del counseling…
Un setting di counseling è una soluzione ottimale, dove le parti sono sullo stesso piano: il counselor, esperto nella sua capacità di ascolto e riformulazione, e voi genitori, assoluti esperti del problema che esponete.
Il confronto e la ricerca di consigli rappresentano un saggio atteggiamento ed anche un segno di onestà e umiltà intellettuale ed etica. Anche i professionisti e tecnici del settore, al di fuori del ruolo e innanzi ai loro figli sono semplicemente genitori.

Il genitore è, quindi, un modello per i propri figli. Quali consigli pratici possiamo dare?
- Conferiamo importanza ad ogni situazione perché nulla nella vita dei figli va mai svalutato.
- Non mentiamo mai su di noi e su ciò che accade, diciamo sempre la verità, utilizzando toni e parole adeguate all’età e alla condizione psicologica.
- Trasmettiamo il prezioso senso della coerenza, mantenendolo noi nel comportamento e nella comunicazione perché i figli ci osservano e ascoltano con molta attenzione.
- Proviamo ad essere sempre protettivi e complici, e dimostriamo disponibilità costante nel trovare insieme una soluzione.
- Diamo pieno supporto alle loro frustrazioni, senza per questo sostituirci nei loro doveri o venir meno alle regole stabilite.
- Non umiliamo mai: l’umiliazione di un genitore è una profonda ferita che stenterà a rimarginare.

Cosa vuol dire essere "genitore generoso"?
Per dare a piene mani è necessario avere e quindi ricevere.
Il genitore è tenuto a “nutrirsi”, se poi vuole “nutrire”.
La coppia deve fare altrettanto per garantirsi solidità e serenità.

…quindi, per essere genitori generosi anche la coppia deve essere in piena sintonia?
La giusta ricarica del singolo e della coppia è un dovere: ritagliamoci uno spazio esclusivamente nostro, una cena con gli amici, un pomeriggio di shopping, un momento di relax in una beauty spa (anche quella vicino casa va benissimo), una passeggiata, una giornata dedicata al dolce far nulla, semplicemente riposo con se stessi.
Per la coppia ci sono i viaggetti, le cene romantiche, i pomeriggi di coccole alla ricerca dell’intimità, uno spazio di tempo dove potersi ritrovare.
La condizione importante è questa: fissiamo un appuntamento, una volta alla settimana o al mese; segnamolo nella nostra agenda insieme a tutti gli altri, e rispettiamolo. Godiamoci la preparazione e l’attesa, e poi viviamo il momento senza sensi di colpa. Il senso di colpa non è mai un valore aggiunto, ottenebra la mente e confonde.
Lo spazio ritagliato è sacro e va protetto; quindi, oorganizzamoci per tempo affinché sia possibile rispettare l’appuntamento.

Non è sempre facile poter lasciare i bambini e staccare la spina?
Chiediamo aiuto al nostro compagno, alla famiglia, agli amici, in una modalità di reciproco mutuo aiuto.
Si possono realizzare dei piccoli consorzi tra famiglie, stabilendo momenti, date, week end, oppure condivisione di baby sitter.

Come e dove trovare l'energia?
La famiglia è un contenitore di energie potentissimo. In un momento di cambiamento e di crisi come questo, la famiglia ha un ruolo importante, di protezione e ricarica.
È quindi importante conferirle il giusto valore e assicurarsi che tutti i componenti ne siano consapevoli.
L’appuntamento, anche in questo caso, è la condizione importante.
Si può fare così: ci si incontra intorno alla tavola almeno una volta al giorno oppure si cerca un momento durante la settimana per fare il punto sulle reciproche vite, scambiandosi notizie sulla scuola, lo sport, gli amici, il lavoro, gli impegni, …anche gossip e pettegolezzi sono i benvenuti perché lo scopo e parlare e parlarsi.
Diamo vita a vere e proprie consuetudini che diventano tradizione, ad esempio un viaggetto ma anche e più semplicemente (ed economico), un pic nic con partitona, un pomeriggio in piscina o al mare, una gita fuori porta. Condizione esclusiva: partecipa solo la famiglia perché l’obiettivo è stare insieme e ritrovarsi.

Farsi delle domande vuol dire essere sulla buona strada ed essere un "buon genitore"?
Alla sera, dopo il bacino della buona notte, rivolgiamoci queste domande:
- Sono sufficientemente presente nella vita di mio figlio?
…la quantità del tempo è importante, ma la qualità lo è ancor di più.
- Riesco ad essere in ascolto?
…ascoltare è una condizione emotiva. Per connettersi con i propri figli è necessario andare oltre le parole.
- Posso accettare le sue scelte?
…il modo in cui è organizzata la sua vita non sempre corrisponde alle proiezioni dei nostri desideri, ma è la sua vita.
- Quanto incide la mia presenza nelle sue scelte?
…quanto di nostro c’è nell’organizzazione della sua vita ma che non necessariamente gli appartiene.
- Mio figlio è felice?
- Cosa gli manca, cosa è in esubero?

Non è obbligatorio darsi risposte, ma è consigliabile farsi domande, allenandosi a riflettere per fare il punto sulla relazione tra le parti.

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