Si parla moltissimo del
metodo Montessori e del suo approccio pedagogico che pone il bambino al centro come creatore del proprio apprendimento. Ma come funziona? Incontriamo oggi
Roberta Olgiati, mamma, coordinatrice didattica ed educatrice dell’
asilo nido Montessori La Magnolia, a Milano.
A Roberta abbiamo posto alcune domande per capire meglio il metodo e la sua applicazione.
1. In cosa consiste il metodo Montessori?
È un approccio d’amore basato sul reciproco rispetto ed ascolto tra adulto e bambino. Si fonda sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo e sul rispetto per il naturale sviluppo psicofisico e sociale del bambino, imparando a rispettare gli altri e l’ambiente diventando responsabili di se stessi.
Gli elementi principali sono:
- l’ambiente: “a misura di bambino”, sia in senso fisico che per lo sviluppo cognitivo; deve essere curato, attraente e funzionale al far da sé. L’ambiente è promotore di crescita.
- il materiale: è posto in zone precise e ben definite, in armadi aperti e ben visibili al bambino. Il materiale aiuterà il bambino, attraverso la sua sperimentazione diretta a costruirsi la capacità dell’attenzione, della concentrazione e delle proprie competenze.
- l’adulto: è una figura di riferimento, una guida che ha il compito di mettere in relazione il bambino con l’ambiente per lui creato, attraverso il suo esempio e il suo essere passivo nell'azione educativa. Non giudica, attende, osserva profondamente ed interviene solo se c’è un reale bisogno di aiuto. Esempio: per presentare un nuova attività o per contenere o quando si osserva un mancato rispetto verso l’altro (bambino o ambiente). Il suo intervento è calmo, non loda e non biasima, questi comportamenti diventano innecessari.
- l’osservazione: è la capacità fondamentale con cui l’adulto si deve avvicinare al bambino. Solo attraverso essa potrà cogliere tutte le sfumature della crescita e della personalità del bambino. L’osservazione insieme alla capacità di sospendere il giudizio, alla pazienza, all'umiltà e all'esercizio sono le condizioni base per organizzare un ambiente idoneo al bambino e pongono l’adulto in autoanalisi, cogliendo quando è il momento di intervenire e quando è il momento di farsi da parte.
L’adulto deve ricordare che il bambino è un ottimo osservatore, è un ottimo scienziato, che è l’amore in purezza. Ed è per questo che dare tempo e fiducia al bambino diventa un atto d’amore e di responsabilità enorme.
Da qui si possono comprendere i due motti del metodo Montessori:
“Il bambino è padre dell’Uomo” e
“Aiutami a fare da solo”
2. Perché scegliere una scuola Montessori?
Perché in una scuola montessoriana il bambino non solo riceve gli insegnamenti da parte della maestra, ma ha modo di vivere e approfondire attraverso una reale esperienza diretta con il mondo, avendo così la possibilità di costruirsi il suo percorso di crescita rispettando il suo essere e la sua personalità.
Perché è il bambino il reale attore della propria vita, è lui che sceglie il lavoro, che lo sperimenta secondo il suo metro di tempo, che vive la costruzione delle sue competenze e capacità.
Perché il bambino trova nell'adulto non una figura autoritaria, onnipotente e piena di preconcetti o pregiudizi, ma una guida, un esempio che mostra capacità di ascolto, di empatia, che sa soffermarsi ed attendere. Ma trova anche un adulto sicuro, un riferimento, pronto ad aiutarlo in caso di necessità.
Perché il bambino trova un ambiente a sua misura, con la giusta quantità di materiale per affrontare senza paure o frustrazioni le novità. Un ambiente in cui potrà essere lui stesso il padrone, amandolo, rispettandolo e curandolo.
Perché il bambino può fare esperienza di socializzazione partendo da una profonda conoscenza di sé, delle cose che gli piacciono e che non gli piacciono, quando sarà pronto sarà lui stesso che si avvicinerà ai coetanei e potrà giocare in modo cooperativo e collaborativo. Imparando quanto sia importante rispettare gli altri e quanto sia importante essere considerate persone uniche e speciali.
Perché
potrà crescere nell'indipendenza ed autonomia, diventando grande attraverso tutte le attività di cura verso di sé come vestirsi, svestirsi, lavarsi le mani, mangiare, usare il gabinetto, allacciarsi il giubbotto o le scarpe… Tutte attività di grande interesse che vedono sperimentate con gioia e molta curiosità.
Perché, in una scuola a metodo Montessori non avviene un’omologazione del gruppo di bambini, tutti fanno la stessa cosa nello stesso momento, esempio “alle 10.00 tutti facciamo la pittura o il collage o la pasta di sale”. In questo tipo di clima in cui è richiesta un’uguaglianza, quasi un piattume, è il bambino che deve fare uno sforzo enorme per adattarsi al mondo (che già deve fare per sua natura), deve attendere che sia la maestra a dargli il gioco perché magari è messo in un armadio chiuso, deve condividere anche quando non ne è ancora in grado e deve giocare con strumenti che magari a lui non piacciono o non è ancora in grado di usare o comprenderne lo scopo. Per me questo è un clima di costrizione dove il bambino sperimenta solo frustrazione, senso di inadeguatezza e tristezza, che poi facilmente, per difesa, può trasformare in atteggiamenti aggressivi o apatici. In una scuola a metodo Montessori le attività partono dalla scelta del bambino, quindi ogni bambino in contemporanea sarà concentrato su un “suo” lavoro, esempio uno sta svolgendo l’incollo, l’altro il ritaglio, l’altro sta lavorando con il travaso, l’altro ancora sta lavorando con lo spremiagrumi o lavando il bambolotto, due bambini stanno guardando un libro, due stanno facendo una costruzione insieme e un bimbo sta riposando accoccolato su un cuscino. La maestra è in sezione, presente, osserva e interviene solo se necessario, dando ad ogni bambino la giusta attenzione, creando un rapporto di uno a uno all'interno di un gruppo di bambini.
Il clima che si respira è quello di calma e tranquillità, in cui il bambino può concentrarsi, può pensare, può ragionare e gioire di quello che sta scoprendo. Può muoversi nelle stanze, perché le porte sono aperte, può prendere un gioco perché è posto in un armadio aperto, può vivere la sua casa.
In questo clima è l’ambiente che segue e si adatta ai bambini che stanno crescendo, diventando un supporto concreto al “diventare grande”, al “fare da solo”.
Crescere in una scuola in cui si respira la libertà, si crede nell'espressione di sé, che ha fiducia nel bambino vuol dire crescere bambini sereni.
3. Cosa fa un educatore Montessoriano?
A primo impatto, leggendo questa domanda, risponderei
NIENTE, nel senso più tradizionale del lavoro di educatore.
Il maestro Montessori ha uno scopo:
“Ormai i bambini lavorano (giocano diremmo oggi), come se io non esistessi” [M. Montessori].
È proprio questa la chiave, l’educatore punta all'indipendenza del bambino, alla sua centralità.
Per far ciò il maestro lavora molto dietro le quinte, noi diciamo “prepara la scenografia”, cioè prepara l’ambiente e i materiali, comprendendo quali mettere, quanti e dove, allo scopo che sia il bambino a sperimentare facendo da sé. La scelta dei materiali non è casuale ma segue il metodo scientifico, il maestro osserva, conosce il bambino, comprende le sue esigenze, e pone i giusti strumenti nell'ambiente, riosserva, valuta e quando è necessario modifica.
Così procedendo il bambino trova sempre un ambiente a sua misura che lo accompagna durante la sua crescita. Il bambino potrà essere lo scienziato nel suo laboratorio.
Quindi il maestro nel metodo Montessori sembra che non faccia niente,
ma in realtà fa molto, osserva, costruisce, rispetta, aspetta, si avvicina al bambino in punta dei piedi, come fa un servitore verso il suo padrone, da non confondere con un rapporto di schiavitù e onnipotenza.
L’insegnante oltre che guardiana e custode dell’ambiente, deve essere come la fiamma il cui calore attiva, vivifica e invita. Questo perché l’altro compito importante è di aiutare il bambino ad avvicinarsi al mondo e a conoscerlo, scoprendone la sua bellezza. Giocando con il bambino, mostrando l’attività, standogli anche solo accanto, senza interferire, l’insegnante diventerà servitore dello spirito.
L’azione dell’adulto, esso sia educatore o genitore, sarà quello di aiutare il bambino ad agire, volere e pensare da sé.
Crescere bambini autonomi e consapevoli del loro valore ci permetterà di sperare in un futuro migliore non solo per loro, ma per tutti, in un’ottica di grande comunità di mutuo aiuto che dovrebbe essere l’umanità.
4. Perché ci sono poche realtà Montessori pubbliche?
Perché non tutti hanno ancora scoperto il vero bambino, da una parte e dall’altra bisogna considerare la storia.
Mussolini in un primo momento aveva scelto il metodo Montessori per alfabetizzare i cittadini Italiani, privilegiando lei al posto del metodo fondato dalle Sorelle Agazzi, ma quando le scelte politiche fecero avvicinare l’Italia a Hitler rafforzando ancor di più i principi di tirannia, lo scontro fu inevitabile. Educare alla libertà non era più possibile, le scuole montessoriane che erano sorte, le scuole professionali di educatori, furono chiuse e i testi furono bruciati. Maria Montessori fu costretta a scappare, andando in Spagna, in India, il figlio si trasferì in America, e questo ci fa comprendere come sia maggiormente diffuso all’estero, dove fu anche possibile grazie a culture più innovative o vicine all’anima. Il lavoro verso i bambini non fu mai abbandonato da Maria e anche al suo rientro, anche se non più giovane, in Italia riprese, ma ovviamente si scontrò con una cultura conservatrice in cui anche la Chiesa Cattolica aveva ripreso il potere sulle scuole.
Negli ultimi 10 anni, e soprattutto negli ultimi 5, il Metodo Montessori sta avendo una nuova ripresa, osservo molta più consapevolezza nei genitori che si fanno portavoce di un “nuovo” modo di vedere il bambino, che raccolgono firme, che incontrano i direttori delle scuole pubbliche portando avanti il loro credo. Anche l’Opera Nazionale Montessori, sta promuovendo di più la formazione delle educatrici, nascono associazioni attive, che con il loro operato attraverso convegni, seminari, serate diffondono il Metodo, o meglio la nuova visione nella scoperta del bambino.
E su questa scia anche noi, nel nostro piccolo, diffondiamo il metodo, attraverso la collaborazione con le università, con il progetto di sostegno alla genitorialità, con l’accoglienza all’intera famiglia e con i progetti in esterno in cui lavoriamo direttamente nelle famiglie.
5. È possibile applicare il metodo Montessori a casa? Come?
Certo, Maria Montessori diceva
“l’educazione deve iniziare dalla nascita, anzi ancor prima, attraverso la preparazione ad accogliere il proprio figlio”. Ciò si tramuta in pratica, durante la dolce attesa, attraverso gli esami di che una madre può fare per conoscere l’andamento della gravidanza, i corsi pre-parto, attraverso la scelta del parto, attraverso letture sul mondo dei bambini, partecipando ad incontri es. svezzamento, allattamento, iniziando ad organizzare la cameretta e acquistando l’occorrente come culla, fascia, i primi vestitini… scegliendo il nome e chiacchierando con parenti o amici sulle proprie idee riguardanti routine quotidiane, dubbi e paure. Secondo step, preparandosi ad accogliere il proprio bambino nei giorni successivi alla nascita, ambientandosi ai nuovi ritmi, dandosi del tempo per conoscere la piccola creatura, rimettendosi in gioco scoprendo il nostro ruolo genitoriale e che cosa esso comporta in concreto. Ci si rende conto che questo percorso non finisce mai, i bambini vivono il qui e ora, la nostra casa dovrà essere modificata man mano che si cresce, i giochi cambiano, alcune ruotine mutano, la relazione adulto-bambino evolve.
Oltre che per proteggere il bambino stesso e il suo percorso di vita,
diventare genitori consapevoli è molto importante, è doveroso nei confronti dei nostri figli. Una componente è sicuramente innata e per fortuna ci aiuta la natura con l’istinto materno-paterno, ma una parte va sicuramente costruita. È un impegno che l’adulto si prende per conoscere il suo nuovo io e per aiutare il proprio bambino a crescere nel modo più sereno possibile, accettando e facendo tesoro degli errori che si potranno commette.
Quindi il Montessori si deve fare da casa prima che nella scuola, ovvio che in una casa per sua natura ci saranno dei compromessi in quanto nella abitazione domestica vivono anche gli adulti, ma il genitore può iniziare a riorganizzare piccoli angoli che siano a misura di bambino, può impegnarsi ad ampliare la sua capacità osservativa per captare i nuovi interessi, le nuove conquiste del proprio figlio e lasciarlo fare, lasciarlo agire, senza costrizioni e senza sostituirsi a lui.
Ormai sul metodo Montessori ci sono tanti articoli che possono aiutare una mamma e un papà a comprendere come riorganizzare casa, un sacco di testi da leggere scritti proprio da genitori che hanno approfondito l’approccio.
Anche da noi, come scuola Montessori, una grande fetta di lavoro viene svolta a sostegno della genitorialità consapevole e siamo disponibili ad andare a casa delle famiglie per guidarle nel cammino di crescita.
6. Da che età e fino a che età è consigliabile applicare il metodo Montessori?
Direi sempre. Da prima della nascita a ...
Quando una scoperta viene fatta e si comprende come questa sia ovvia e giusta è impossibile non cercare di attuare ciò in cui si crede.
7. Roberta, com'è nata la tua scuola?
Nel 2010 decido di cambiare la mia vita professionale e personale, da insegnate di una scuola dell’Infanzia vicino a casa, apro un piccolo asilo privato a Milano, in via Ricciarelli 8. Il mio percorso si era già affacciato al mondo Montessori e come Maria, con un pizzico di fortuna, anch’io ho potuto esprimere liberamente il mio credo verso i bambini e il mio lavoro.
In questi sei anni, la scuola ha ottenuto da subito l’accreditamento del Comune di Milano, l’accreditamento e il certificato di qualità dall'
Opera Nazionale Montessori per la pedagogia che usiamo, ha costruito una rete territoriale in quanto siamo associati con Rete Montessori e collaboriamo con diversi enti, associazioni no profit e le università di Milano.
Insieme a me collaborano Claudia e Francesca, anche loro specializzate nel Metodo Montessori. Amiamo il nostro lavoro, lo svolgiamo con passione e professionalità, i bambini che ci vengono affidati possono vivere in un clima sereno e gioioso.
Da subito ho voluto costruire una scuola che fosse un luogo di benessere oltre che per il bambino, anche per noi maestre e per le famiglie che ci scelgono. Infatti il nostro progetto educativo pone la struttura come luogo di incontro per le famiglie e per questo offriamo ai genitori le nostre competenze a guida anche del loro ruolo: organizziamo incontri, laboratori, feste, giornate aperte, gite, pomeriggi a tema dove il genitore diventa partecipante attivo della vita del nido insieme al proprio bambino, costruendo con noi un patto di alleanza educativa.
Le giornate passano con entusiasmo grazie ai sorrisi dei bambini che ci permettono di crescere ed arricchire la nostra persona.
Grazie a Roberta e al suo prezioso contributo che ci ha aiutato a chiarire molti dubbi e a capire meglio in cosa consiste il rivoluzionario metodo di Maria Montessori.
Se desiderate approfondire o conoscere la scuola di Roberta visitate
www.nidomagnolia.it