martedì 11 novembre 2014

Mamme&Figli: ecco 10 cose da non dire mai

Questo è il titolo di un articolo che Irene Baglietto del gruppo E-baby di Genova ci ha segnalato per condividerlo con le altre mamme...
Nell'articolo sono riportate 10 frasi da non dire mai ai propri figli perché, come spiegano la psicologa Anna Oliviero Ferraris e la tata Lucia Rizzi, fanno male, minano l'autostima del piccolo, sortiscono l'effetto contrario.
Le 10 frasi in questione sono:
  1. Sei proprio uno stupido
  2. Non c'è niente da piangere
  3. Mi hai proprio delusa
  4. Se mangi tutto ti do il gelato
  5. Tuo padre fa sempre così, di lui non ci si può mai fidare
  6. Che bella la mia patatona
  7. Smettila subito, non vedi che ti guardano tutti?
  8. Non vedi com'è brava tua sorella?
  9. Vedrai quando andrai a scuola!
  10. Ma lo sai che poi ti fai male!
...ma perché non dirle?
...non dire "Sei proprio uno stupido", perché come spiega la psicologa Anna Oliviero Ferraris «Un bambino non è mai stupido, al massimo ha fatto una stupidaggine». Distinguere tra il comportamento e la persona è fondamentale, «altrimenti si appiccica al bambino un'etichetta che lo umilia e faticherà a scrollarsi di dosso». Vale anche per il suo carattere: se gli ripetete sempre che è un "pigrone", si sentirà legittimato a comportarsi come tale.
...non dire "Non c'è niente da piangere"perché come osserva la tata Lucia Rizzi «Se un bimbo piange, il suo motivo ce l'ha eccome. Il punto non è criticare la sua emozione, ma aiutarlo a spiegarla e a trovare una soluzione». Invece che reprimere il pianto, provate a a chiedergli come mai sta piangendo e cosa potete fare assieme, per risolvere il problema.
..non dire "Mi hai proprio delusa", perché come dice la psicologa Anna Oliviero Ferraris «Dichiarare la propria delusione o, peggio ancora, chiudere la comunicazione con un bambino per punirlo, è molto traumatico». Non c'è niente che ferisca di più un bambino dell'idea di non aver appagato le aspettative dei genitori, quindi piuttosto diciamo «Non si fa così», e spieghiamo bene il perché.
...non dire "Se mangi tutto ti do il gelato"perché come sottolinea la tata Lucia Rizzi «Il cibo non deve mai essere un premio. Il gelato è un alimento sano, va benissimo per la merenda. Se invece a tavola un bimbo non ha fame, mangerà al pasto successivo».
...non dire "Tuo padre fa sempre così, di lui non ci si può mai fidare", perché «per un bambino i genitori sono il centro del mondo. Che uno dei due svaluti l'altro è molto grave, perché mette in discussione le certezze del piccolo su quali sono le persone di riferimento». Parlate con il papà in disparte, ma non criticatelo davanti ai figli minando la sua credibilità.
...non dire "Che bella la mia patatona", perché come osserva la psicologa Anna Oliviero Ferraris «L'immagine corporea di sé è molto legata allo sguardo della mamma e del papà. Sottolineare che una bimba o un bimbo sono un po' cicciotti, anche scherzosamente, significa far passare il messaggio che il loro corpo così com'è non va bene». E' preferibile insistere su come il bimbo "sente" il suo corpo piuttosto che su come lo "vede".
...non dire "Smettila subito, non vedi che ti guardano tutti?", perché come avverte la tata Lucia Rizzi «questa frase è umiliante, e peggio ancora rinforza nel bambino l'idea che quello che conta non è quello che lui stesso pensa di sé, ma il giudizio degli altri». Invece di additarlo, è preferibile cambiare situazione, portando il bambino altrove e distraendolo con parole dolci.
...non dire "Non vedi com'è brava tua sorella?", perché come spiega la psicologa Anna Oliviero Ferraris «I confronti sono l'anticamera della frustrazione. Ogni bambino ha i suoi punti di forza, metterlo a confronto con qualcun altro è come dirgli "tu vali meno"». Il rinforzo positivo è molto più stimolante. «Tua sorella è brava a riordinare la stanza, ma nessuno Sto arrivando! preparare la tavola come te», quanto scommettete che domani batterà a sorella nel riordinare la camera?
...non dire "Vedrai quando andrai a scuola!", perché come avverte la tata Lucia Rizzi «Usare la scuola come spauracchio è sbagliatissimo: la scuola dev'essere un luogo di gioia, di impegno e di amicizia». In più, dicendo così mettiamo in dubbio la nostra stessa autorevolezza, come se non fossimo capaci, da sole, di fargli rispettare una regola senza l'intervento di un'autorità. La soluzione secondo la tata Lucia Rizzi? «Proponetegli: "Se stai seduto composto a tavola dopo cena ti faccio lavare i piatti con me, ti va?».
...non dire "Ma lo sai che poi ti fai male!", perché come avverte la psicologa Anna Oliviero Ferraris «Se non c'è un rischio reale, ogni bambino deve misurarsi da solo con la paura e la prudenza, senza che la mamma intervenga a fermare le sue esplorazioni. E' solo così che si diventa grandi e si impara a fare da soli».
articolo di F. Tinelli, pubblicato su carta stampata

A quante di voi è capitato di dire una delle precedenti frasi? Quante delle cose spiegate dalla psicologa e dalla tata condividete? ...e quante no? ...parliamone insieme...

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